Tra le montagne del Gran Sasso, un antico borgo abruzzese invita a rallentare e a riscoprire la vita semplice di un tempo.
C’è un angolo d’Abruzzo dove il silenzio ha un suono nitido e le lancette sembrano essersi fermate. È Santo Stefano di Sessanio, un borgo incastonato tra le montagne del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, a oltre 1.200 metri d’altitudine. Un luogo che ha saputo conservare la sua anima medievale trasformandola in un’esperienza di vita.
Chi arriva qui, dopo pochi minuti di cammino tra vicoli stretti e pietre antiche, percepisce qualcosa di raro: non è un paese-museo, ma un borgo vivo, abitato e curato con rispetto. Le case in pietra locale, le persiane in legno grezzo e le luci calde che filtrano dalle finestre creano un’atmosfera sospesa, dove passato e presente convivono con naturalezza.
La storia recente di Santo Stefano è legata a un’idea rivoluzionaria e al tempo stesso semplice: trasformare un borgo semi-abbandonato in un “albergo diffuso”. Un modello che ha permesso di restaurare le antiche abitazioni senza snaturarle, offrendo ai visitatori la possibilità di dormire tra mura secolari e travi originali, vivendo davvero come nel Medioevo – ma con il comfort di oggi.
Dormire nella storia, vivere nella quiete
L’esperienza comincia già dal primo passo dentro le mura. Si entra da una delle porte storiche, come la Porta di Santa Maria, e subito l’aria si fa più fresca, più leggera. Le botteghe artigiane espongono tessuti in lana, ceramiche e prodotti locali, e ogni balcone racconta il legame profondo con la montagna.
Le camere dell’albergo diffuso non si trovano in un’unica struttura: sono sparse tra le vie del borgo, ospitate in case restaurate con cura filologica. Ogni stanza conserva camini in pietra, letti in ferro battuto, pavimenti in cotto. L’effetto è quello di un viaggio nel tempo, ma senza artifici: tutto è autentico, tutto profuma di verità.
Passeggiando, si arriva alla Chiesa della Madonna della Pietà, poco fuori dal centro. Da lì lo sguardo si apre su un paesaggio che muta colore con la luce del giorno, fino a perdersi tra le cime del Gran Sasso. È lo stesso panorama che ispirava i pastori e gli artigiani di secoli fa, rimasto intatto.
Per chi ama la natura, il borgo è punto di partenza ideale per escursioni verso Campo Imperatore. Chiamato “il Piccolo Tibet” per i suoi altopiani vasti e solitari. In estate, i prati si riempiono di fiori e di sentieri per il trekking o la bicicletta; in autunno, le sfumature dei boschi rendono ogni passo un’esperienza sensoriale.

Dormire nella storia, vivere nella quiete – notizievino.it
La cucina di Santo Stefano è un viaggio nel gusto contadino. Lenticchie di montagna, presidio Slow Food, pecorino stagionato, arrosticini alla brace e ferratelle appena cotte. I ristoranti e le osterie del borgo offrono piatti semplici ma pieni di carattere, preparati con ingredienti locali e serviti con la genuina accoglienza abruzzese.
Santo Stefano di Sessanio non offre attrazioni vistose né luci abbaglianti. Il suo fascino è più sottile, fatto di silenzi, di gesti antichi e di tempo ritrovato. È un luogo che invita a rallentare, a guardare il paesaggio con calma, a riscoprire la bellezza delle cose che durano.
Perché qui, davvero, il tempo non si è fermato: ha solo imparato ad andare più piano.
Il borgo in Abruzzo dove il tempo si è fermato (e dove puoi vivere come nel Medioevo) - notizievino.it









