Vini Bianchi Italiani

Il Gavi: storia e tradizione del Cortese piemontese

Il vino Gavi affonda le sue radici nella storia millenaria del Piemonte meridionale, precisamente nella zona dell’Alto Monferrato, dove il vitigno Cortese ha trovato il suo habitat ideale. Le prime testimonianze documentate della coltivazione del Cortese in questa area risalgono al XVII secolo, quando i registri parrocchiali e i contratti agricoli iniziarono a menzionare questo particolare vitigno autoctono. La denominazione “Gavi” deriva dall’omonimo comune in provincia di Alessandria, che rappresenta il cuore geografico e simbolico di questa produzione vinicola.

Durante il XVIII secolo, la nobiltà piemontese iniziò a riconoscere le qualità eccezionali di questo vino bianco, che si distingueva per la sua freschezza e eleganza. I marchesi Del Carretto e altre famiglie aristocratiche della zona contribuirono significativamente allo sviluppo della viticoltura locale, investendo nella modernizzazione delle tecniche di vinificazione e nella promozione del prodotto presso le corti europee. Questo periodo segnò l’inizio della reputazione internazionale del Gavi, che iniziò a essere apprezzato non solo in Piemonte ma anche nelle regioni limitrofe.

Il riconoscimento della denominazione

Il percorso verso il riconoscimento ufficiale del Gavi come vino di qualità superiore iniziò negli anni Sessanta del XX secolo, quando i produttori locali si organizzarono per ottenere una tutela legislativa. Nel 1974, il Gavi ottenne la Denominazione di Origine Controllata (DOC), diventando uno dei primi vini bianchi piemontesi a ricevere questo prestigioso riconoscimento. La DOC stabilì regole precise riguardo alla zona di produzione, che comprende quindici comuni della provincia di Alessandria, tra cui Gavi, Bosio, Capriata d’Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia, Tassarolo e Voltaggio.

L’evoluzione qualitativa continuò negli anni successivi, culminando nel 1998 con l’ottenimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) per il Gavi, elevando ulteriormente il prestigio di questo vino. Questo riconoscimento impose standard ancora più rigorosi nella produzione, dalla resa per ettaro alle tecniche di vinificazione, garantendo ai consumatori un prodotto di eccellenza costante e verificata.

Le caratteristiche del territorio

Il territorio del Gavi presenta caratteristiche geologiche e climatiche uniche che contribuiscono in modo determinante alle qualità organolettiche del vino. I terreni sono prevalentemente di origine marina, con una composizione ricca di calcare, argilla e marne, eredità dell’antico mare che un tempo copriva questa zona. Questa particolare composizione conferisce al vino quella mineralità distintiva che caratterizza i migliori Gavi, insieme a una sapidità che richiama le origini marine del suolo.

Il clima è di tipo continentale temperato, con inverni freddi ed estati calde ma non eccessive, mitigato dalla vicinanza al mar Ligure e dalla protezione offerta dalle Alpi Marittime. Le escursioni termiche tra giorno e notte durante il periodo di maturazione dell’uva sono particolarmente benefiche, permettendo lo sviluppo di aromi complessi e il mantenimento dell’acidità naturale che dona freschezza e longevità al vino. Le colline, che si sviluppano a un’altitudine compresa tra i 120 e i 400 metri sul livello del mare, garantiscono un’esposizione ottimale al sole e un drenaggio perfetto dei terreni.

Il vitigno Cortese e le sue peculiarità

Il Cortese è un vitigno autoctono piemontese dalle caratteristiche molto particolari, perfettamente adattato alle condizioni pedoclimatiche dell’Alto Monferrato. Si tratta di una varietà a bacca bianca che si distingue per la sua resistenza alle malattie e per la capacità di mantenere un’acidità elevata anche in condizioni di piena maturazione. Le uve del Cortese presentano grappoli di media grandezza, compatti, con acini di colore giallo-verde che tendono al dorato nelle fasi di maturazione avanzata.

Una delle caratteristiche più apprezzate del Cortese è la sua capacità di esprimere fedelmente il terroir di origine. Questo vitigno riesce infatti a trasferire nel vino le caratteristiche minerali del suolo e le sfumature climatiche dell’annata, rendendo ogni Gavi un’espressione unica del territorio. La vendemmia avviene solitamente tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre, quando l’uva ha raggiunto il perfetto equilibrio tra maturità fenolica e acidità, elemento fondamentale per la qualità del prodotto finale.

Le tecniche di vinificazione

La vinificazione del Gavi richiede particolare attenzione e competenza tecnica per preservare le caratteristiche varietali del Cortese e esaltare l’espressione del territorio. Il processo inizia con una raccolta manuale delle uve, che vengono trasportate in cantina in cassette di piccole dimensioni per evitare rotture e ossidazioni premature. La pressatura deve essere soffice e graduale, per estrarre solo il mosto fiore e evitare l’estrazione di sostanze tanniche dalle bucce che potrebbero compromettere la delicatezza del prodotto finale.

La fermentazione avviene tradizionalmente in contenitori di acciaio inox a temperatura controllata, mantenuta tra i 16 e i 18 gradi per preservare gli aromi primari e la freschezza. Alcuni produttori più innovativi sperimentano anche fermentazioni in legno, utilizzando botti di diverse dimensioni per aggiungere complessità e struttura al vino. Il Gavi può essere commercializzato come vino giovane, per esaltarne la freschezza e gli aromi floreali, oppure può essere sottoposto a un breve affinamento sui lieviti per aumentarne la complessità e la persistenza gustativa.

Profilo organolettico e abbinamenti

Il Gavi si presenta tipicamente con un colore giallo paglierino più o meno intenso, caratterizzato da riflessi verdolini che testimoniano la giovinezza e la freschezza del vino. Al naso sviluppa un bouquet elegante e complesso, dove si riconoscono note floreali di fiori bianchi, acacia e biancospino, accompagnate da sentori fruttati di pesca, mela verde e agrumi. Con l’evoluzione in bottiglia, il Gavi può sviluppare note più complesse di mandorla, miele e mineralità, che arricchiscono il profilo aromatico senza compromettere la caratteristica freschezza.

In bocca il Gavi si distingue per la sua struttura equilibrata, dove l’acidità vivace si sposa armoniosamente con una sapidità minerale che richiama le origini marine del territorio. Il finale è persistente e pulito, con un ritorno delle note floreali e fruttate percepite al naso. Queste caratteristiche rendono il Gavi un vino estremamente versatile negli abbinamenti gastronomici. Si sposa perfettamente con i piatti della tradizione ligure e piemontese, dai pesti alle focacce, dal pesce azzurro ai crostacei, dalle verdure ripiene ai formaggi freschi di capra.

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